Abbiamo aspettato, nella speranza che i moti si placassero, ancora una volta non è successo ed allora vogliamo raccontarvi anche di un’altra guerra che si combatte vicino a noi. Praticamente l’abbiamo alle porte di casa ma per i media governativi è poco importante.
A venticinque chilometri dalla Toscana, passando per l’Isola di Gorgona, a dodici chilometri dalla Sardegna passando per le Bocche di Bonifacio è scoppiata la rivolta “in nome dell’indipendenza” ed al grido “Statu francese assasinu”.

In Corsica va avanti da ormai due settimane una violenta rivolta nei confronti delle istituzioni francesi, alimentata da un sempre vivo spirito separatista all’interno della regione. Le proteste corse sono una conseguenza di quanto avvenuto il 2 marzo scorso all’interno della prigione di Arles, quando l’indipendentista Yvan Colonna sarebbe stato aggredito da un altro detenuto finendo, dopo otto minuti di strangolamento, in coma. Questa ricostruzione non ha convinto la popolazione dell’isola che così è scesa in strada per manifestare il proprio dissenso, accusando Parigi di essere responsabile del tentativo di omicidio del simbolo del movimento indipendentista.
Domenica 13 marzo la protesta a Bastia è sfociata in “guerriglia urbana”, con tanto di lancio di molotov verso la prefettura e un bilancio di 67 feriti, tra cui 44 agenti delle forze dell’ordine. Per cercare una soluzione agli scontri, il ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, si è recato questa settimana in Corsica, con l’obiettivo di, si legge in una nota, “aprire un ciclo di discussioni con i rappresentanti e le forze vive dell’isola”, provando così a dare risposta alle “richieste dei rappresentanti corsi sul futuro istituzionale, economico, sociale o culturale” della regione, soprattutto “a quelle del presidente del Consiglio esecutivo, Gilles Simeoni”, un ex indipendentista eletto rappresentante dell’isola che chiede lo statuto speciale autonomo.
Il movimento chiede un immediato tavolo per le negoziazioni e che queste passino tramite la designazione di un interlocutore del governo francese. I negoziati non dovranno svolgersi attraverso un comitato ristretto e nei palazzi parigini ma dovranno coinvolgere largamente le forze istituzionali, politiche, sindacali della Corsica.
Oggi sabato 19 marzo, la Corsica rimane una polveriera pronta a riesplodere al minimo passo falso del Governo francese ma i nostri quotidiani e le nostre televisioni non ne danno conto, solo pochissime testate indipendenti parlano di questo dramma e noi, attraverso questo contributo chiediamo esplicitamente la libertà di informazione, visto che paghiamo coercitivamente un canone che ce ne dà pienamente diritto.
La Repubblica italiana
La Repubblica italiana cambierà solo quando chi ha l’età della pensione farà il pensionato. Tutto il resto è noia e incapacità. Buon anno